Giacomo Cappello come Ulisse
– Cinzia Fronzaroli
“Nati non foste per vìver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”, così Ulisse ai suoi compagni d’avventura. Oggi, anno domini 2005, credo che nessuna frase possa essere più adatta per il giovanissimo Giacomo Cappello. Infatti è rarissimo incontrare nel brulicante mondo della pittura una figura così incredibile.
Giacomo Cappello, sfrondando dalla
sua vita tutto quello che non soddisfaceva la sua sete di conoscere, si è incamminato in una ricerca inestinguibile. Come il grande Tono, (e non sembri il paragone esagerato, caso mai ne riparleremo tra vent’anni) anche Cappello passa ogni giorno ore ed ore di fronte alla tela. La sua è una passione d’amore prepotente che vuole sperimentare tutti i possibili segreti del colore. Colore che non è fine a se stesso ma è la vita con le sue mille sfaccettature. E così, travolto da questo incontro e da una curiosità inesauribile, nascono i “riflessi d’ombra”, tavolozze multi colori vivacissime di un grande gusto estetico.
In seguito si avvicina alla figura nei “ricordi notturni”, investiga tratti ed espressioni con risultati vibranti. Il suo cammino inarrestabile prosegue poi con “solo un assaggio” in cui la figura è inserita in vari spazi. Gli ultimi lavori di “graffiando la scorza” e quelli presenti in questa rassegna denotano chiaramente un altro passaggio dell’artista: il rosso domina quasi ogni tela a significare due cose che in lui sono prevalenti: la passione e il dolore. Il mondo di Giacomo Cappello è un mondo che grida, che chiede, che vorrebbe dare e ricevere risposte. Significativo in tal senso è il suo “autoritratto contro vento” in cui l’autore esprime nel volto la sua richiesta: gli occhi, lo bocca semi aperta, la lunga striscia nera che attraversa la fronte, pongono le domande; alla forza espressiva del volto si oppone la fragilità del corpo acerbo, quasi da bambino. E’ tutto qui il messaggio dell’artista: una
richiesta incessante di risposte. Nel tempo il pennello si è fatto più sicuro; ci ha giocato molto Giacomo con il colore, con il segno, con il buio e la luce in un lavoro estenuante di cui non può più fare a meno e che, comunque lo diverte. Siamo arrivati così alle ultime sperimentazioni del tipo di “piccoli angoli felici” e “sognatori” in cui l’artista propone ancora qualcosa di diverso e di nuovo. E’ certo, Giacomo Cappello ne avrà ancora di cose da dire e con il poeta ci ricorderà che: “E’ la mia nostalgia – cresciuta sul ramo inaccessibile – è la mia sete – tirata su dal pozzo dei miei sogni – è il disegno – tracciato su un raggio di sole.”